SETTO NASALE E CHIRURGIA SENZA TAMPONI
Il setto nasale è una importante struttura cartilaginea (anteriormente) e ossea (superiormente e posteriormente) che ha, diciamo, 3 grandi funzioni:
- separa le due cavità nasali destra e sinistra
- sostiene la piramide nasale
- partecipa, in quanto ricoperto da mucosa nasale di tipo respiratorio, a garantire un afflusso di aria riscaldata, depurata e umidificata alle vie aeree inferiori.
Il setto nasale è parte integrante del sistema naso-seni paranasali e partecipa a pieno titolo nel garantire una buona ventilazione della cavità nasale, dei seni paranasali, del rinofaringe e, non da ultimo, della tuba di Eustachio e quindi dell’orecchio medio. E’ formato dalla cartilagine quadrangolare, dalla lamina perpendicolare dell’etmoide e dal vomere. E’ doveroso affermare che una deviazione settale anche importante, non necessita di terapia medica e/o chirurgica se non è associata a sintomi e/o a segni radiologici ben evidenziabili con la TAC del naso e dei seni paranasali senza mezzo di contrasto con scansioni in assiale e coronale. I sintomi più rilevanti nella pratica clinica sono l’ostruzione respiratoria nasale (difficoltà inspiratoria od espiratoria) solitamente in entrambe le fosse nasali ma può essere anche monolaterale. L’altra importante manifestazione clinica di una deviazione settale è la disventilazione di uno o più seni paranasali con conseguente sinusite cronica (link). La deviazione settale può riguardare qualsiasi livello del setto nasale e cioè:
- l’area vestibolare
- l’area valvolare
- l’area dell’attico
- l’area dei turbinati
Se, infatti, il setto nasale rappresenta la parte mediale della fossa nasale, il turbinato inferiore ed il turbinato medio partecipano alla costituzione della parete laterale della fossa nasale e condizionano profondamente il buon passaggio di aria; la dizione “buon passaggio di aria” sottende un concetto molto importante che è il flusso laminare dell’aria. L’aria, infatti, deve scorrere nelle fosse nasali con un movimento lamirare e non turbolento poiché le turbolenze (vortici) dell’aria possono creare irritazioni della mucosa nasale con conseguenti problemi a livello del naso (rinite cronica) e dei seni paranasali (sinusite cronica). In linea teorica qualsiasi sporgenza della parete mediale (setto) della fossa nasale o della parete laterale (turbinale) possono creare il fenomeno della turbolenza e quindi della disventilazione. La TAC in assiale e coronale che deve essere eseguita obbligatoriamente (salvo in rarissimi casi) mostra senza dubbio alcuno la presenza o meno dei segni della disventilazione dei seni paranasali e le eventuali anomalie anatomiche. La correzione dell’ostruzione respiratoria nasale è un atto chirurgico quanto mai variegato poiché non può essere uguale in ogni circostanza, ma deve essere come un abito cucito su misura in base alle problematiche del singolo paziente.
Talvolta la settoplastica può essere una procedura che non ha uno scopo funzionale nel senso che non deve permettere un “miglioramento della funzione respiratoria” ma può essere la prima fase durante certi interventi ad esempio di dacricistorinostomia per epifora (lacrimazione continua) o di decompressione orbitaria nel caso di esoftalmo nella malattia di Graves e in tutti quei casi in cui una deviazione del setto possa ostacolare o rendere difficoltoso un intervento che, se non vi fosse la deviazione settale, sarebbe estremamente semplice; in questi casi è mandatorio risolvere prima la deviazione settale e poi procedere con l’intervento previsto. Ciò può essere fatto sia in un unico intervento sia, in due fasi successive. Il fatto che quasi mai l’intervento di settoplastica o un intervento sui seni paranasali richiedono il tamponamento nasale, la brevissima durata dell’intervento di settoplastica o sui seni paranasali, i farmaci anestetici di ultima generazione rendono questi interventi assolutamente indolori per il paziente e sicuri dal punto di vista anestesiologico; ne deriva che in alcuni casi può essere meglio prima correggere la deviazione settale e, a guarigione completamente avvenuta, prendere in considerazione l’intervento successivo anch’esso indolore e sicuro piuttosto che sommare gli effetti avversi dei due interventi rischiando poi il buon risultato chirurgico.
L’intervento di settoplastica deve quindi caso per caso essere valutato e pianificato: in certi casi è sufficiente eseguire solo la correzione del setto nasale in altri casi si deve correggere l’ipertrofia dei turbinati inferiori, in altri casi la conca bullosa del turbinato medio o la curvatura paradossa, ecc; non solo ma l’atteggiamento chirurgico nei confronti delle due cavità nasali destra e sinistra può essere assolutamente diverso. L’intervento di settoplastica essere quindi pianificato in base al tipo di deviazione: anteriore piuttosto che posteriore, della parte alta del setto piuttosto che di quella bassa, deve coinvolgere o meno la parte ossea, può essere necessario solo la plastica della parte ossea e non di quella cartilaginea (e in questo caso può essere eseguito per via endoscopica) ecc