TURBINATI INFERIORI E CHIRURGIA SENZA TAMPONI

I turbinati inferiori (vedi anatomia) hanno un ruolo molto importante nel mantenimento di una buona funzionalità del naso e seni paranasali. Hanno due macrofunzioni:

  1. assicurano quel minimo di resistenza al passaggio dell’aria nelle cavità nasali che favorisce:
    • la ventilazione degli alveolo polmonari
    • il ritorno venoso cardiaco a causa di una diminuzione della pressione intratoracica
    • la sensazione di buona respirazione; qualora infatti lo spazio per il passaggio dell’aria nella cavità nasale fosse abnorme questa situazione non verrebbe percepita dal paziente come un buon passaggio di aria ma per assurdo come ostruzione respiratoria nasale. Il contatto dell’aria con le pareti turbinali genera infatti la sensazione di un buon passaggio di aria
  2. Sono i maggiori produttori della secrezione mucosa che tappezza come un film ogni minimo anfratto del naso e dei seni paranasali. Questo muco ha fondamentalmente due caratteristiche importanti:
    • permette la clearance muco-ciliare ovvero quel trasporto continuo degli agenti patogeni qui “imbrigliati” dal movimento vorticoso dell’aria verso il rinofaringe per potere essere quindi eliminati
    • ha proprietà batteriostatiche per la presenza di sostanze che inattivano gli agenti patogeni.

 

Anche la correzione dell’ipertrofia dei turbinati può essere associata o meno alla settoplastica: innumerevoli tecniche sono state proposte sinora e mentre nell’intervento di settoplastica il laser ha un ruolo se vogliamo ancillare, nella chirurgia dei turbinati ha ridotto drasticamente le complicanze e l’invasività dell’intervento. Anche le radiofrequenze offrono un eccellente risultato in termini di scarsità di secrezioni/croste, sinechie a fronte di un risultato meno duraturo nel tempo. Ottimo ausilio meccanico è la lateralizzazione dei turbinati detta anche frattura dei turbinati. A oggi quasi mai un intervento di settoplastica richiede il tamponamento nasale e tantomeno la turbinoplastica con il laser con una dimissibilità in giornata o, al massimo, il giorno successivo, ed un decorso postoperatorio assolutamente confortevole. In certi casi il laser non è sufficiente a garantire un risultato ottimale e devono essere associate delle tecniche “classiche”; in altri casi ancora occorre utilizzare il laser a livello della testa e corpo del turbinato e uno strumento tagliente come il microdebrider a livello della coda del turbinato stesso. Il laser come tutti gli armamentari chirurgici è uno strumento nelle mani del professionista ma in certi casi non solo può non essere utile ma addirittura controproducente (!!!); in altre parole non è lo strumento laser (che però è obbligatorio avere a disposizione) che assicura un buon risultato per il paziente ma la perizia e la meticolosità quasi esasperata con la quale si conduce l’intervento e, soprattutto, lo si adatta alle diverse esigenze.